Erli Fu un possedimento dei marchesi di Clavesana , nel corso del XIV secolo passò ai Del Carretto ; fu venduto ai Savoia agli inizi del XVI secolo e successivamente ceduto alla Repubblica di Genova. Il Comune, dislocato sulla strada che unisce la Liguria al Piemonte, è formato da numerose borgate.
Cuore del paese è la piazza sulla quale s’affaccia la parrocchiale di Santa Caterina eretta verso la metà del XVI secolo in sostituzione della vecchia chiesa di San Martino, come dipendenza della matrice arcipretura di Castelvecchio. L’edificio, si presenta in veste barocca ma conserva un campaniletto tardogotico a bifore, oggi intonacato e ridipinto ; tra le varie opere d’arte, la suggestiva cassa processionale della Santissima Trinità, opera lignea giunta in paese nel 1796 per intervento di Pietro Antonio Abbo.
Fronteggia la chiesa l’oratorio dei Disciplinati di San Giovanni Evangelista dove la realtà decorativa barocca si concretizza nel coronamento della stuccatura dell’altare, opera di Giacomo Filippo (1710) e Francesco Maria Marvaldi (1726). Diversi itinerari campestri, lungo le mulattiere che salgono dal fondovalle, offrono un contatto immediato con la natura e segni a memoria della civiltà contadina.
La frazione Bassi, nucleo rurale fortificato, sorta sul tracciato dell’antica via del sale di cui è ancora testimonianza un elegante ponte medievale a basto d’asino presso la suggestiva chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
Nella frazione Poggio, l’antica chiesa di San Martino (secolo XIV) presenta al suo interno un ciclo di interessanti affreschi, teoria di Santi, tipica espressione iconografica dell’ambito pittorico delle Alpi Marittime. Gli affreschi sono attribuiti a Cigna Segurano che soggiornò nella vicina Cerisola nel 1463.
L´ambiente naturale, le tradizioni, il paesaggio fanno da cornice a un mondo fatto di tradizioni come si può riscontrare negli immancabili appuntamenti annuali tra cui quello del primo maggio con la salita alla sovrastante montagna ove la popolazione si reca a "piantare maggio". Per tradizione, in un punto ben visibile dalla val Neva e dalla valle Pennavaira, viene innalzato un palo con sopra una fascina di rami. Resterà lì per tutto l’anno. Si tratta di un’antica tradizione popolare, segno di buon auspicio per la nuova stagione in arrivo.
Bibliografia / monografie:
Ghione, Ernesto - Erli : Testimonianze tra storia e leggenda / Ernesto Ghione - [S.l.]Ovada - stampa 1986
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