Centro della Riviera situato a levante di Savona, presso la foce del torrente Sansobbia. L'abitato, attraversato dalla
via Aurelia, si estende fra l'ampio arenile sabbioso e la collina. Ebbe
vicende comuni con Albisola Superiore di cui, fino al 1516 anno in cui si
cosituì in Comune autonomo, costituiva la parte occidentale, detta Borgo
Basso. Frequentata stazione balneare, Albissola Marina è conosciuta in tutto
il mondo per la produzione ceramica: quest'arte risale a tempi assai remoti
e già nel 1589 erano noti i Capitula artis figulorum loco Albisola. Le prime
fornaci albissolesi risalgono all'inizio del XVI secolo: il famoso pannello
della Madonna della Sapienza è del 1554, l'altrettanto celebre Adorazione
dei pastori della chiesa di Nostra Signora di Concordia di Albissola è del
1576. È nell’ultimo scorcio del XV secolo che ha inizio la produzione
ceramica albissolese, favorita dalla presenza in loco di argilla rossa e di
cave di terra bianca. A fianco della produzione delle terrecotte ingobbiate
e graffite (piatti, scodelle e boccali) destinate alle classi sociali più
modeste, si sviluppa da subito la manifattura della più raffinata maiolica
(inizialmente policroma) prodotta per le classi elevate. Ben presto si
affianca la produzione, famosa anche all’estero, dei laggioni: piastrelle
per rivestimenti ricoperte di smalto a colori vivaci, secondo disegni
derivati anche dall’arte islamica ma che richiamano il gusto rinascimentale.
Di questo secolo è tipica la produzione delle maioliche in smalto berrettino
(grigio-azzurro) mentre il caratteristico stile Bianco-Blu deve la sua
ispirazione all’intenso colore del mare di Liguria. Distrutte dal mare agli
inizi del ‘600, le fornaci vengono ricostruite dai ceramisti che riprendono
con estro l’attività creativa. Nasce proprio allora la maiolica in
monocromia azzurra, si parla di stile calligrafico naturalistico e il decoro
riprende i motivi delle porcellane cinesi del contemporaneo regno di Wan -
Li (ultimo scorcio della Dinastia Ming 1572-1620), delle quali i ceramisti
ebbero a disposizione sia i modelli originali sia imitazioni persiane.
Uccelli e prezzemolo è lo stile introdotto nel pieno del XVIII secolo,
anch’esso ripreso dalle ceramiche cinesi. I soggetti, su maiolica bianca,
sono uccelli posati su rami dalle fronde simili alla foglia di prezzemolo
(al posto dei fiori orientali) o svolazzanti in cielo, in una vivace
policromia di verde, arancione, giallo, blu, marrone. Alla fine del ‘700 le
fornaci sono 32, ma la produzione di maiolica cede di fronte a un nuovo tipo
di terracotta, cosiddetta a taches noires (o striata bruna) che, assieme
alla Ceramica Nera e alla Ceramica Gialla, è caratterizzata da decorazione
assai ridotta – a spugnetta – o addirittura assente. La manifattura decade
per riprendere solo a fine ‘800, con le imitazioni degli stili antichi e con
l’adesione allo stile Liberty e all’Art-déco. Gli anni Venti e Trenta del
Novecento vedono una straordinaria fioritura dell’ambiente ceramico
albisolese, grazie alla presenza di figure carismatiche: spicca quella di
Tullio d’Albisola (1899-1972) che, con la sua adesione al futurismo e
l’infaticabile attività nei decenni successivi, raduna negli anni a venire
una folta e qualificata colonia di artisti italiani e stranieri da Fontana a
Lam, da Jorn a Fabbri, da Scanavino a Baj, da Manzoni a Capogrossi, da
Vandercam a Rossello, da Cornelille a Crippa solo per citarne alcuni. Oggi
Albissola è ancora centro di grande richiamo per gli artisti, che in parte
vi risiedono stabilmente, in parte vi realizzano periodici soggiorni di
lavoro presso le varie fabbriche. Albissola Marina è un museo all’aperto
Prodotti locali: vini Canavisse, Nostralino di Ellera e Lumassina.
Piatti tipici: minestrone alla genovese, gnocchi al pesto, ciupin,
stoccafisso alla marinara, buridda, cima ripiena, lattughe ripiene in brodo,
torta pasqualina, farinata, focaccia. |