Centro agricolo sparso della valle Pennavaira,
posto sul versante meridionale del monte Galero (1078 m). L'abitato che sorge
sulla sinistra del torrente, guarda alle precipiti pareti del monte Peso Gran de
(1092 m). In val Pennavaira, come è noto divisa fra le province di Imperia,
Cuneo e Savona, delle cinquanta e più caverne soltanto una parte è di
pertinenza savonese; la più importante era, prima del suo degrado a luogo di
discarica, l'Arma di Nasino, un riparo naturale con volta arcuata, largo circa
13 m e profondo 5, che accolse nei millenni comunità umane dal periodo
Epigravettiano finale (circa 9000 anni da oggi) fino all'età romana.I reperti
scavati sono esposti nella sezione preistorica del Civico Museo Ingauno ad
Albenga. La val Pennavaira conferma, con questa e con altre caverne abitate
(Arma dello Stefanin, Arma Crosa, Arma del Cuppà, le Camere, il Pertusello ecc.
), la sua importante funzione di direttrice di transito da e per la valle del
Tanaro, prescelta anche, per gli insediamenti fissi o stagionali, per
l'abbondanza di acqua e di selvaggina. Nasino, già compreso nella marca
aleramica, appartenne ai marchesi Del Carretto di Balestrino (secolo XII), i
quali, nel 1202, stipularono una convenzione con la Re pubblica di Genova. Nel
1735 il feudo fu posto sotto l'alta sovranità del Re di Sardegna, ma
effettivamente "consegnato", dopo l'editto savoiardo del 3-10-1752,
dal marchese Ottaviano Tommaso Costa Del Carretto di Balestrino, che ne rimase
"feudatario" sino all'occupazione dei francesi repubblicani alla fine
del secolo. A Vignoletto si conservano le rovine del castello dei Del Carretto,
in eccezionale posizione strategica. La parrocchiale di San Giovanni Battista è
seicentesca. Il santuario della Madonna di Curagna è stata in origine la
principale chiesa della valle. Agricoltura (frutta, ortaggi, olive) e
allevamento del bestiame non esauriscono la domanda occupazionale; di
conseguenza parte della manodopera lavora nei più vitali centri costieri. |