La storia della città di Savona inizia con l’età del bronzo sul colle del Priamàr con
l’insediamento dei Liguri Sabazi che per secoli sfruttarono la posizione
dominante sulla costa con la costruzione di un porto, accolto
nell’insenatura naturale, che la rese una delle città più floride e
competitive in campo commerciale.
Tito Livio la ricorda come “oppidum” alleato dei Cartaginesi quando
Magone, durante la seconda guerra punica (205 a.C.), per soccorrere il
fratello Annibale stringe alleanze con le popolazioni ingaune e trova in
Savona un luogo sicuro dove lasciare navi e bottino.
In età bizantina, la città vive un periodo di grande prosperità
interrotto bruscamente dalla discesa dei Longobardi di Rotari (643),
determinandone la decadenza a favore della vicina Vado che divenne la sede
del Vescovado.
L’epoca medievale vede Savona attiva nel settore commerciale con i suoi
mercanti sparsi in tutto il bacino del Mediterraneo, in Oriente, in
Inghilterra e nelle Fiandre segnando l’inizio della rivalità con la
vicina Genova.
Lo sviluppo marittimo di Savona, già affermatosi con la rinascita
ottoniana, pone le premesse della futura espansione della città portuale
che si avvale della sua posizione naturale e strategica, in corrispondenza
dello sbocco sul mare delle direttrici viarie provenienti
dall’entroterra appenninico e piemontese tramite l’accessibile valico
di Cadibona.
Tra il X e l’XI secolo Savona si espande nelle aree ai piedi della rocca
fortificata, in prossimità dello scalo marittimo (zona del Brandale)
estendendosi lungo la darsena fino al colle del Ponticello, sede locale
alemarica. Tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, si formano i quartieri
dell’attuale zona compresa tra piazza del Duomo, corso Mazzini (Untoria,
Cassaria e Scarzeria) e della Fossalvaria ( odierna via Pia), mentre viene
edificata una nuova cinta muraria dall’area del Brandale al Ponticello.
Nel terzo decennio del Trecento la nuova cinta muraria ricalca la tipica
struttura urbana medievale. Lungo la Fossalvaria, si estende la fitta
trama edilizia delle case a schiera, negli isolati prospicienti la
darsena, delimitando strade strette.
I complessi religiosi che già avevano saturato gli spazi della cittadina
religiosa del Priamàr, scendono a valle ai margini dell’abitato dove
pure rimangono i castelli di S. Maria, S. Giorgio e dello Sperone.
Dopo un susseguirsi di eventi che portano il governo della città nelle
mani di poche e potenti famiglie, Savona raggiunge il massimo splendore
nella seconda metà del Quattrocento grazie alla famiglia Della
Rovere che con i suoi due Pontefici Sisto IV (Francesco della Rovere) e
Giulio II (Giuliano della Rovere) diventa la culla dell’arte e della
cultura nella Liguria di Ponente, polo d’attrazione per intellettuali e
artisti, un rinnovamento stilistico degli edifici che vengono ornati da
pregevoli portali in ardesia e in marmo, decorati con motivi a candelabra
intrecciati con trofei ed armi o con medaglioni di ispirazione classica e
sormontati da soprapporta a tema, Annunciazione e San Giorgio e il drago.
Gli atri dei palazzi vengono decorati a “grottesche”, le facciate
intonacate, introdotto il modulo compositivo atrio-loggiato-porticato
tipico del gusto rinascimentale; tutti questi interventi rivelano la
matrice gagginesca ed in genere lombarda, testimonianza delle maestranze
antelamiche, Palazzo Della Rovere, opera di Giuliano da Sangallo, ne è un
chiaro esempio.
Questo connubio tra arte ed economia s’interrompe bruscamente nel 1528,
data che segnò la perdita dell’indipendenza politica per mano della
Repubblica di Genova, che non si limitò all’instaurazione di un regime
autoritario ma si volle affermare come dominatrice assoluta distruggendo
l’antico quartiere di Santa Maria di Castello, cuore della città,
procedendo all’interramento del porto e con l’erezione della Fortezza
( denominata del Priamàr ) su quell’area dove sorgevano gli edifici
sacri.
Gli esordi del Seicento vedono una città il cui numero di abitanti si è
notevolmente ridotto e la vivacità del suo traffico commerciale è ormai
solo un ricordo.
Sorgono nuovi stanziamenti religiosi, tra cui il Santuario della Madonna
della Misericordia, in località S. Bernardo in Valle, che diventerà uno
dei più importanti santuari mariani della nazione. Si registrano numerosi
interventi pubblici insufficienti però a far respirare alla città gli
antichi splendori del passato, molto spesso limitandosi a lavori di
ristrutturazione di strade e fossati danneggiati dalle alluvioni, o a
nuove fortificazioni bastionate.
Si attiva in questo periodo la produzione artistica dei ceramisti
albisolesi e savonesi, grazie ai quali il nome di Savona verrà conosciuto
in tutto il mondo.
Il Settecento è il secolo delle grandi battaglie (guerra di
successione austriaca 1740-1748) che fanno di Savona territorio di lotte e
di conquista (bombardamento della città nel luglio 1745 dalla flotta
inglese) da parte dei Piemontesi prima e dei Francesi dopo, con Napoleone.
Con l’occupazione francese e per merito dell’opera del prefetto
Chabrol de Volvic, sono poste le basi del rinnovamento ottocentesco legato
alla crescita demografica ed industriale; ne conseguono l’apertura di
nuove strade e ferrovie verso Genova e la Riviera e verso il Piemonte
(1868-74) e l’ampliamento del porto.
Si erigono inoltre nuovi quartieri, si occupa la zona dove scorre il
torrente Letimbro, secondo le normative del piano regolatore del 1856
dell’architetto G.B. Galleano e Giuseppe Cortese, impostando l’abitato
in grandi isolati su una griglia ortogonale di strade, in base ai modelli
piemontesi, cui si affianca un rinnovamento edilizio dell’ornato degli
edifici secondo un eclettismo di matrice classicistica.
Magnifici palazzi, eleganti viali e splendidi giardini trasformano la città
in un elegante salotto di fine secolo. Il Novecento, segnato dall’avvento dei due conflitti mondiali,
vede una città profondamente ferita ma capace, nell’immediato
dopoguerra, di riappropriarsi del suo ruolo originario di centro
industriale e di nodo marittimo strategico nel bacino del Mediterraneo.
Il porto di Savona Vado è tutt’oggi il cuore pulsante dell’economia
cittadina e il triangolo Savona-Vado Ligure- Cairo Montenotte si pone come
promettente alternativa al tramonto delle fabbriche sulla costa lasciando
spazio ai bisogni turistici (Terminal Crociere e traghetti, nautica da
diporto) e alla voglia di potenziamento delle strutture storico- culturali
esistenti sul suo territorio.
Savona, che per secoli ha custodito i suoi tesori testimonianza di quella
che una volta era una città da invidiare, è quindi da scoprire: le sue
innumerevoli Torri risalenti, alcune, all’XI e al XII secolo, i Palazzi
che abbracciano un periodo di tempo che va dal Quattrocento al Cinquecento
fino ad arrivare al Novecento, i “carruggi” (Via Pia antica strada
medievale) ricamati da pregevoli sovrapporta, le Chiese e gli Oratori, i
suoi Musei e la monumentale Fortezza che sembra vigilare dall’alto la
storia secolare della città |