Centro della Riviera posto
lungo la riviera sinistra del torrente Sansobbia. Capo, sulla costa, è
frequentata località balneare; Ellera e Luceto sorgono più a monte del
capoluogo sul Sansobbia. È la romana Alba Docilia, stazione sulla via
Giulia Augusta ricordata nella Tavola Peutingeriana. Distrutto dal longobardo
Rotari nel 641, fu ricostruito in territorio interno e, compreso nei possessi
aleramici, divenne feudo del marchese Bonifacio del Vasto (1091) e
successivamente dei marchesi di Ponzone, diviso, alla fine del secolo XII, tra
un ramo degli Aleramici, che ne assunse il predicato, e i Malocello (o
Malucelli) e i Doria di Genova. Eretto in libero Comune (secolo XIII), nel 1277
stipulò una convenzione con Genova che nel 1343 lo sottomise alla giurisdizione
della podesteria di Varazze. Vi nacque papa Giulio II (1443-1513).Testimonianze
dell'età romana (Alba Docilia) sono riemerse nel piazzale della nuova
stazione ferroviaria, con la grandiosa villa di età imperiale, abitata dalla
metà del II secolo alla metà del III secolo d.C., forse in parte con funzione
di mansio o stazione di servizio lungo la via Giulia Augusta, intermedia
fra quella a 10 miglia a ponente di Vico Virginis e l'altra a 13 miglia a
levante di Ad Navalia, presso l'odierna Varazze. La villa è articolata
in vari settori, taluni d'uso residenziale, altri con funzioni produttive;
alcune tracce hanno fatto ipotizzare anche un impianto termale. Particolarmente
interessanti un piccolo ambiente a pianta ottagonale all'esterno e circolare
all'interno e le pile, ancora ben visibili e conservate, sostenenti l'originario
pavimento e formanti la vasta intercapedine all'interno della quale circo lava
probabilmente aria calda per il riscaldamento invernale. La parrocchiale di San
Nicolò, ai piedi di un'altura su cui sono i ruderi del castello è una
ricostruzione del secolo XVII; nell'interno (affreschi settecenteschi di P. G.
Brusco) conserva un pulpito ligneo barocco (1655), sculture pure barocche del
Maragliano e di F. Schiaffino e, in sacrestia, una raccolta archeologica con
reperti (III-V secolo d.C.) provenienti dagli scavi locali. Ricostruzione
seicentesca è pure la Confraternita di Nostra Signora della Neve. La Villa
Gavotti, notevole esempio di architettura dell'epoca, è una ricostruzione del
1753 di un edificio del Cinquecento; possiede un elegante inter no ed è
circondata da un vasto parco. A Capo, la parrocchiale di San Pietro, di origine
romaniche, conserva una Madonna lignea del Quattrocento e un bassorilievo di G.
Manzù (tabernacolo); la Villa Balbi è cinquecentesca. Tele seicentesche di B.
Castello e D. Piola e statue del Maragliano e di A. Brilla sono nel santuario di
Nostra Signora della Pace (1578, poi restaurato).Albisola Superiore reca
visibili i segni della moderna edilizia intensiva, sviluppatasi sia per effetto
dell'aumento della Popolazione, sia per la crescita del turismo (seconda casa al
mare).Le aree pianeggianti del territorio sono destinate alla coltivazione degli
ortaggi e le zone colli nari a quella della vite (soprattutto a Ellera) e
dell'olivo. Contribuiscono alla formazione del reddito un settore manifatturiero
modesto ma diversificato e li tipico artigianato della ceramica. Recentemente è
stato inaugurato un Museo della ceramica. |